Spettacoli I RISULTATI DI UNO STUDIO DELL'UNIVERSITA' DI GRANADA sugli ultimi film della walt disney
Le donne? Emancipate anche nei cartoon
Le nuove eroine sono belle, ma di carattere e intelligenti: non pensano più soltanto al matrinonio
Eroiche, abili e poco propense al matrimonio. Ecco come appaiono i nuovi personaggi femminili dei cartoni animati. Senza il problema delle quote rosa. Nelle ultime importanti pellicole di Walt Disney le moderne protagoniste sono forti, hanno fegato da vendere e soprattutto sono in grado di sbrigarsela da sole, risolvendo i problemi anche meglio degli uomini. Nulla a che vedere con il carattere mansueto delle fragili Biancaneve, Cenerentola e Minnie, tutte sentimento e dedizione nei confronti dell’innamorato. La maggior parte dei soggetti femminili – non per forza umani – si è scrollata di dosso l’etichetta di mamma-moglie-casalinga per conquistare, dagli anni Novanta ad oggi, il meritato posto tra gli eroi (attivi) delle storie. Queste affermazioni sono il risultato di uno studio pedagogico dell’Università spagnola di Granada che mette in luce come le grandi produzioni di cartoon abbiano abbandonato il maschilismo per disegnare donne alla pari con i colleghi uomini.
NON SOLO BELLE – «Il ruolo della donna si è evoluto, adesso à alla pari di quello dell’uomo» dichiara Pilar Casares García, professoressa di pedagogia a capo del lavoro. Per trarre le conclusioni Casares ha analizzato 11 caratteri femminili presenti nei quattro film di animazione più riusciti di Walt Disney in Spagna: «Il pianeta del tesoro», «Lilo e Stitch», «Atlantis» e «Le follie dell’imperatore». Il denominatore comune dei cartoons rimane comunque la bellezza: le pulzelle sono quasi tutte giovani e carine.
ADDIO DONNA BARBIE – Ancora lontani dal concetto «la bellezza che conta è quella interiore» si tende a disegnare ancora le dame con un certo appeal fisico, di aspetto attraente e dalla silhouette perfetta. Ma con precisi criteri: per esempio sono scartati i corpi eccessivamente magri e si cerca di dare carattere al personaggio mettendo in risalto il cervello. In pratica c’è la tendenza ad eliminare tutti questo aspetti che renderebbero ridicolo il soggetto. Infatti, per Disney la donna Barbie è come l’anoressica: non funziona.
NONNINE - Alle poche vecchiette, poi, si attribuisce un atteggiamento pessimista ma pur sempre attivo: “Le donne anziane che compaiono nelle pellicole, per esempio, la signora Packard in Atlantis, rappresentano molti stereotipi negativi: la perdita della bellezza, lo scetticismo, la disillusione – commenta la ricercatrice -. Malgrado questo riescono nel loro lavoro. Queste nonne rappresentano l’abilità e la saggezza della gente anziana, in contrasto con l’idea che gli anziani siano incompetenti e inutili».
RELAZIONI – Ma il successo si può conciliare con la felicità coniugale? Certo. Osservando capitano Amelia (Il tesoro del pianeta), Nani (Lilo e Stitch) o Kida (Atlantis), si capisce che in loro c’è il desiderio di metter su famiglia, ma questa intenzione non è prioritaria per nessuna. Il messaggio è chiaro: le star emancipate si distinguono professionalmente, senza rinunciare al matrimonio e ai figli. E così Disney si adegua ai tempi, facendo un passo avanti per l’affermazione del potere rosa e trasformando il film d’animazione in una strategia educativa per le nuove generazioni. Un’eccezione fuori dallo schema è Jessica Rabbit. Ma non è colpa sua se la disegnano così.
Paola Caruso
che ne pensarte di questo articolo del
Corriere della sera?