LA QUESTIONE FEMMINILE
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contro gli stereotipi
 
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 Come tu mi vuoi è un film antifemminista

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Rosa
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Come tu mi vuoi è un film antifemminista Empty
MessaggioTitolo: Come tu mi vuoi è un film antifemminista   Come tu mi vuoi è un film antifemminista EmptyDom Lug 06, 2008 1:49 pm

Ho visto qualche mese fa questo orribile film. Orribile xke diseducativo al massimo
In pratica questa ragazza vestita male e nn bella diventa cenerentola solo xke un ragazzo la vuole così aiutata da una troia maschilista. Durante il film vengono fatte continuamente battute maschiliste. E' un film antifemminista xke preferisce una ragazza che pensa a superficialità e vittima del maschilismo che una brava studentessa che denuncia questo, presa in pratica come sfigata, anche come viene rappresentata (vestita male).

La protagonista, la quale mi immedesimo tanto all'inizio del film è contro la mercificazione femminile nei media e studia anche scienze della comunicazione, la cosa che mi da fastidio è che poi il film sembra esaltare alla fine la mercificazione e sembra contraddire la ragazza infatti vince la ragazz aalla moda che pensa solo ad apparire in pratica film maschilista 100%%...Pazzesco.. il messaggio in pratica è : femministe brutte e sfigate smettetela di denunciare che i maschi vi volgiono veline!!

*recensione* http://www.spaziofilm.it/content/archivio/articolo_dvd.asp?id=6020

Giada è una studentessa di scienze della comunicazione, solitaria e trascurata; non le interessa la vita sociale, né tanto meno l’esile mondo delle apparenze, di cui, invece, analizza i limiti, denunciando la cultura dell’esteriorità insieme alla mercificazione del corpo femminile. I suoi ideali cominceranno però a vacillare quando incontrerà Riccardo, meno brillante negli studi ma “impegnato” a soddisfare il richiamo dei sensi fra notti in discoteca, superalcolici, ragazze disinibite e automobili potenti: difficile che i due possano andare d’accordo, eppure Riccardo – per futili ragioni – riesce a sedurre Giada, che si troverà ad accogliere proprio quel mondo in precedenza tanto disprezzato…

Il fragile gioco delle apparenze
Per dimostrare la superficialità del mondo e la stupidità degli uomini, Cristiana Capotondi s’imbruttisce nello stereotipo della ragazza asociale e ingobbita dallo studio, crisalide pronta a diventare farfalla; sensazione di deja vu? Ma certo, è proprio la storia del brutto anatroccolo, trasportata nell’era dei telefoni cellulari, delle griffe e dei cervelli bruciati dalla cocaina e dalla peggior cultura televisiva: Come tu mi vuoi (ingiustificata citazione pirandelliana) non è nulla di più, nonostante le ambizioni critiche e i tanti discorsi da studente di sociologia della comunicazione che emergono nella sceneggiatura, contraddicendone la presunta umiltà. Così, fra l’idiozia di una gioventù annoiata dal troppo denaro e il fascino luciferino della bella apparenza, il film fa il gioco di quel mondo che vorrebbe denunciare, e glorifica il percorso di una ragazza – non brutta, bensì trascurata – che si è lasciata alle spalle la vita precedente in favore di una strada più semplice, e ha visto schiudersi le porte dell’amore e della realizzazione professionale. D’altra parte, viviamo pur sempre in una società maschilista.
Anonimo nella regia, poco ispirato nelle trovate comiche e insipido nelle interpretazioni (Vaporidis si prende in giro e la Capotondi si impegna, ma a vuoto), Come tu mi vuoi difetta anche nel ritmo, e sottopone a 107 minuti che paiono tre ore: puro, vacuo cinema dei “telefonini bianchi”, per citare la felice definizione coniata da Maurizio Porro.



poi k vuol dire come tu mi vuoi,siamo ancora ai tempi dove è un uomo a decidere cm dev'essere una donna?
Poi che cazzo vuol dire siamo in una società maschilista? se è maschilista si fa sempre e comunque di tutto x esaltarla?

che lezione potrebbe dare ora questo alle ragazzine?

vergogna!!!
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